Il 5 marzo è stato celebrato il centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini, artista che non necessita di alcuna presentazione e che va considerato come patrimonio mondiale, oltre che nazionale.
Sarebbe probabilmente molto più semplice parlare di Pasolini attraverso l’approfondimento delle sue opere, ma questa volta The Action ha deciso di far vivere l’esperienza e il percorso dell’artista attraverso un amico, anch’egli artista.
Riteniamo infatti, che oltre ad essere il miglior modo per celebrarlo, questo, permetta di coglierne le sfumature più intime.
La voce attraverso cui ricorderemo Pasolini, è quella di Fabrizio De André, il quale, in seguito alla morte prematura dello stesso Pasolini, parlerà di un “omicidio alla cultura”, ricordando come Pasolini fu il primo a reinterpretare il concetto di cultura, trasformandolo al plurale, culture.
Egli, come dice De André, è un anticipatore dei tempi perché, oltre a riconoscere la convivenza tra culture diverse, ne comprende a pieno le potenzialità, le possibilità di integrazione reciproca.
La morte di Pasolini, dolorosa sotto tutti gli aspetti, restituisce fino in fondo la sua onestà intellettuale perché anche in quella circostanza, l’ultima della sua vita, come afferma De André: “Lui volutamente è andato a cercarsi culture diverse ed ovviamente è stato male interpretato e probabilmente questo è uno dei motivi della tragedia”.
Nel 1980 verrà incisa da De André, in collaborazione con Massimo Bubola Una storia sbagliata, brano che fa riferimento proprio alla morte di Pasolini.
Questo piccolo capolavoro del cantautore genovese, ripercorre l’omicidio dell’artista e ne esplica, attraverso l’uso profondo e consapevole della parola, la tragica banalità dell’accaduto, ma allo stesso tempo trasmette il senso di perdita collettivo che la comunità vive.
La canzone di De André in questa circostanza, non solo ricorda Pasolini, bensì lo cristallizza nell’etere, laddove la morte di uomo e di un artista del calibro di Pasolini, non ne intacca il valore e all’interno del quale trova l’immortalità che realmente gli spetta.
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